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Hogwarts Legacy: cosa ci dicono i libri di Harry Potter (e non solo) sulla trama del videogioco

Tutti i surrogati di magia che usano i Babbani – l’elettricità, e i computer e i radar e quelle cose là – impazziscono attorno a Hogwarts, c’è troppa magia nell’aria.”
Harry Potter e il Calice di Fuoco, capitolo 28

Per la prima volta in vita nostra, allora, siamo lieti di non avere poteri magici: possiamo giocare a Hogwarts Legacy.

L’uscita del nuovo videogioco targato Avalanche è ormai alle porte e la community del Wizarding World è più eccitata di uno Spioscopio alla presenza di magia oscura.
L’esperienza videoludica, a giudicare dalle prime fortunate recensioni e dalle decine di gameplay che circolano in rete, sembra essere tutto ciò di cui un fan del mondo di Harry Potter ha bisogno: personale e personalizzabile, estremamente interattiva, intelligente e soprattutto magica. Se pensiamo poi alla possibilità di poter trasferire nel gioco anche la Casa di appartenenza e la bacchetta magica assegnateci nel fu Pottermore, ci ritroviamo al cospetto di quanto di più prossimo ci sia al frequentare Hogwarts in prima persona.

Per i pochi Doxy che ancora dormono al sicuro nei gusci delle loro uova, segue una breve sintesi di quella che è la trama ufficiale del gioco. Trama che, ne siamo più che certi, riserverà ulteriori sorprese in fase di sviluppo “in game”:

Hogwarts Legacy inizia nel 1890, novant’anni prima della nascita di Harry Potter. Il protagonista (o la protagonista, a seconda delle vostre scelte di gioco) comincia il suo percorso scolastico frequentando direttamente il quinto anno e data la sua tardiva educazione magica, dal Ministero verrà fornita una guida per velocizzare l’apprendimento sul campo.
A fare da sfondo all’avventura è un tessuto socio-politico particolare, dato da una rivolta dei Goblin guidata da tale Ranrok, alleato con un certo Victor Rookwood e i suoi maghi oscuri. Alla base di tutto è proprio il coinvolgimento di Rookwook: egli desidera un potere magico e antico che possiede solo il nostro alter ego in pixel.
La quasi totalità dei nuovi personaggi introdotti è inedita e concepita appositamente per la storia, sebbene alcuni dei personaggi portino un cognome a noi familiare.
Il Preside di Hogwarts in quegli anni, invece, è una presenza nota a tutti quelli che hanno divorato i libri della saga. Conosceremo finalmente Phineas Nigellus Black, il bis bisnonno di Sirius, preside della scuola prima di Armando Dippet.

Nonostante i già numerosi articoli in merito che circolano tra le testate web, nessuno di questi sembra però rispondere all’interrogativo principale: questa nuova storia è canon? Come si incastra storicamente nelle vicende già narrate nei sette libri?

I nostri colleghi di The Rowling Library hanno provato a contattare l’ufficio stampa di J.K. Rowling (che ricordiamo non esser stata interpellata per la trama del videogioco) senza successo e senza ricevere commenti in proposito.

Data l’assenza di statement ufficiali da parte dell’autrice o del suo team, come invece fu per La Maledizione dell’Erede o la trama di Animali Fantastici, non ci resta altro da fare che speculare e, dati e fonti alla mano, lanciarsi alla ricerca di elementi più o meno evidenziati nel corso della saga madre così da poter fare riscontri storiografici, logici e comparati.
Sperando di risultare meno noiosi del Professor Binns, armiamoci di materiale ufficiale e cominciamo.

 

IL CONTESTO STORICO E SOCIALE

Come letto nella sinossi del gioco, siamo nel 1890 e siamo nel pieno di una rivolta dei Goblin. La rivolta è guidata da Ranrok, ed è supportata da un mago malvagio chiamato Victor Rookwood.

Se il nome “Ranrok” non ci dice nulla (sebbene sia un nome perfetto per un Goblin), lo stesso non si può dire di “Rookwood”: non ne abbiamo la certezza e non sappiamo troppo di lui, ma vista la sua predilezione per le Arti Oscure e dato il cognome, quasi sicuramente abbiamo a che fare con un antenato di Augustus Rookwood, Mangiamorte al servizio di Lord Voldemort nel corso delle due Guerre dei Maghi ed ex dipendente dell’Ufficio Misteri al Ministero della Magia britannico.

Tutto sembra esser coerente con quanto narrato nei libri, finché non studiamo a fondo il tema delle ribellioni dei Goblin. Se in Beuxbatons e Durmstrang, capitolo 15 del quarto libro, si parla di rivolte nel Diciottesimo Secolo, da nessuna altra parte leggiamo di rivolte nel secolo successivo. Troviamo anzi ulteriori cenni sempre legati alle ribellioni nel ‘700 nel capitolo 31 de L’Ordine della Fenice, I G.U.F.O., dove una delle domande d’esame per Storia della Magia recita “Secondo voi, la Legge sulle bacchette facilitò o aiutò a controllare le rivolte dei goblin nel Diciottesimo secolo?”

Sembra infatti che la rivolta che fa da sfondo al videogioco, per quanto interessante sia, sia stata concepita esclusivamente al fine di incastonare il giocatore all’interno di una trama avvincente, senza però tener conto di quanto raccontato precedentemente.

È vero, noi conosciamo solo un’infinitesima porzione della storia del Mondo Magico, e potremmo essere all’oscuro di tanti fatti interessanti. Ma è davvero così? Sono diverse le info consegnateci negli anni da J.K. Rowling e, a cercar bene, alcune di questa hanno proprio a che fare coi Goblin e le loro ribellioni.

Il 13 luglio 2007 il fandom del Wizarding World viene acceso dall’arrivo degli W.O.M.B.A.T. di Terzo Grado sul vecchio e sempre rimpianto sito della Rowling. Per i più giovani o i poco avvezzi alla tecnologia di allora, gli W.O.M.B.A.T. erano degli esami online da poter affrontare in cambio di attestati virtuali, ovviamente a tema Harry Potter. E una delle domande – per le più consunte mutande di Merlino! – era proprio sui Goblin.
“Quali dei seguenti avvenimenti NON provocò una sanguinaria rivolta dei Goblin nel Sedicesimo e nel Diciassettesimo secolo?”

Ancora una volta non si parla degli anni ’90 dell’Ottocento. E comunque la risposta corretta è la D.

A settembre 2016 arriva poi nelle librerie virtuali di tutto il mondo il cosiddetto companion book “Racconti di Hogwarts: Potere, Politica e Poltergeist”, sempre ad opera dell’autrice. Là troviamo la lista completa dei Ministri della Magia a partire dalla nascita del Ministero fino ad arrivare ai tempi di Kingsley Shacklebolt, e proprio tre di questi ministri hanno avuto a che fare col tema principale di questo paragrafo. Si parla infatti di rivolte e ribellioni di Licantropi, Goblin e altre creature magiche in un periodo che va circa dal 1747 al 1770 (si vedano le schede di Albert Boot, Basil Flack e Hesphaestus Gore), mai un accenno ai periodi successivi.

Volendo essere più puntigliosi di uno Snaso alla ricerca di pepite d’oro, nel 1890 il Ministro della Magia è tale Faris “Sfiatatoio” Spavin, detentore del record per il mandato più lungo e prolisso. Mandato che termina nel 1903 a causa di dimissioni forzate dalla vecchiaia (Spavin lascia la poltrona alla veneranda età di 147 anni). Curioso battere primati del genere nel mezzo di una rivolta mossa da creature magiche e maghi oscuri, no? Non saremo in possesso di informazioni più accurate fino all’uscita del videogioco, ma sappiamo dai canali social di Hogwarts Legacy che George Osric, un alto funzionario del Ministero di Faris Spavin, sarà uno dei personaggi chiave. Al momento, libri e fonti alla mano, la rivolta sembra esser campata in aria tanto quanto una Prugna Dirigibile. Siamo comunque molto fiduciosi, ovviamente, e pronti a ricrederci.

Qualora, come noi, vogliate approfondire il tema ma non siete in possesso del libriccino sopracitato, oltre che acquistarlo (esclusivamente in forma di e-book, non esiste in cartaceo) potete leggere qui la lista dei Ministri della Magia con relativa descrizione del mandato.

 

NUOVI PERSONAGGI E PROFESSORI

Con la campagna promozionale di Hogwarts Legacy è arrivata una folta carrellata di personaggi nuovi, e uno tra questi ci ha fatto reagire nello stesso modo in cui reagirebbe Lord Voldemort all’idea di un piercing al naso: ci starebbe alla grande, è vero, ma… dove lo mettiamo?

Matilda Weasley.

Di tutte le famiglie che potevano esser citate, la famiglia Weasley. Viene spontaneo chiedersi il perché. Secondo la descrizione ufficiale del personaggio, Matilda Weasley è una strega di straordinario talento con un passato da spezzaincantesimi (proprio come il suo pro pronipote Bill). Durante il gioco sarà docente di Trasfigurazione e vice-preside. Sempre secondo la descrizione ufficiale, sarà lei a introdurre la Stanza delle Necessità ai giocatori. Sebbene a qualcuno possa far storcere il naso il fatto che quasi cento anni prima della saga madre un docente conoscesse la Stanza delle Necessità, abbiamo già chiarito in un articolo come questo possa effettivamente essere possibile e plausibile.

Quello che in realtà stona un po’ con quanto appreso nei sette libri è proprio il fatto che Ron abbia avuto un parente alla vice-presidenza di Hogwarts e non ne abbia mai parlato, così come non sia stato citato nemmeno da Arthur né da nessun altro. Se questa può sembrare un’omissione, però, lo stesso non si può dire da quanto affermato J.K. Rowling nel suo vecchio sito più di dieci anni fa, e preservato fino ad oggi dai ragazzi di The Rowling Library.

Accedendo al sito, nella schermata di apertura troviamo una scrivania piuttosto affollata di oggetti. Cliccate sulla spazzola/Passaporta a destra e verrete trasferiti al cospetto di una bacheca. Selezionate “Personaggi” e cliccate su “Notizie e curiosità sulla famiglia Weasley”. Spostatevi verso la fine dello scritto e finalmente troverete quello che ci interessa analizzare:

Ginny (che è il diminutivo di Ginevra, non di Virginia) è la prima figlia femmina in diverse generazioni del clan Weasley”.

Considerando che una generazione dura circa venticinque anni (sebbene ogni caso vada analizzato a sé) e che Ginny è nata nel 1981, “diverse generazioni” quantificano un tempo pari ad almeno un centinaio di anni. Tenendo conto che nel 1890 Matilda Weasley è già ad una età avanzata, la sua esistenza pare entrare nel canone decisamente a forza. Non abbiamo ulteriori strumenti per dimostrare l’inesattezza storica della sua esistenza, ma forniamo tutto quello che è in nostro possesso al fine di fornire al fandom gli strumenti adatti a formulare un pensiero critico in autonomia, ma con cognizione di causa.

Un’altra insegnante chiave nel videogame sarà Dinah Hecat, una ex-Indicibile del Ministero ormai ritirata a vita accademica, alle prese con l’insegnamento di Difesa Contro le Arti Oscure e lontana dall’azione e dagli esperimenti dell’Ufficio Misteri. Non abbiamo elementi per confutare la possibilità della sua esistenza, seppure possiamo prevedere che questi siano gli sgoccioli della sua carriera da insegnante di Difesa: secondo quanto appreso in La Richiesta di Lord Voldemort, capitolo 20 del sesto libro della saga, di lì a poco la cattedra sarebbe stata affidata alla professoressa Galatea Merrythought, o Gaiamens a seconda della traduzione (1895 circa). Che la professoressa Hecat faccia una brutta fine nel videogioco? O che sia giunto per lei il momento della pensione? Risposte a queste domande ci verranno fornite forse giocando, sebbene lascia un po’ l’amaro in bocca quella che a parere nostro è un’occasione mancata. Il periodo storico è quello giusto, e studiare Difesa Contro le Arti Oscure con la futura insegnante del giovane Tom Riddle sarebbe stata una bella chicca per il fan più accanito.

Assieme a nuovi docenti arriva anche una nuova materia di insegnamento, Teoria della Magia. Nuova nel parterre di materie che siamo abituati a conoscere, è vero, ma familiare all’orecchio del Potteriano più studioso.

“Teoria della Magia” è infatti anche uno dei libri di testo – presumibilmente adottato per lo studio di Incantesimi o di Trasfigurazione – che i giovani studenti di Hogwarts al primo anno devono acquistare nel 1991, ed è scritto da tale Adalbert Waffling (o Incant, a seconda della traduzione) come apprendiamo in Diagon Alley, capitolo 5 de La Pietra Filosofale.

È sempre grazie a Waffling che sono state teorizzate le Leggi Fondamentali sulla Magia, leggi alla base dello studio della Teoria. Nel videogame, Rookwood e i suoi tenteranno di impadronirsi del “potere antico” del protagonista, ma come sappiamo è impossibile far proprie delle caratteristiche innate altrui se non per mezzo di efferati atti di magia oscura. Un esempio tra tanti è la protezione di sangue che esercita Lily su Harry, di cui Voldemort si impadronirà grazie ad un rituale malvagio e grottesco.

La prima delle Leggi Fondamentali recita difatti che conseguenze estremamente pericolose e dannose sono da aspettarsi qualora si tentasse di manipolare e sottomettere i segreti più profondi dell’umanità e della magia, come ad esempio la fonte della vita o l’essenza del proprio io (Le Fiabe di Beda il Bardo – Appunti di Albus Silente su Lo Stregone dal Cuore Peloso). Non molto rassicurante per il caro Victor Rookwood.

Orario delle materie scolastiche

Per quanto interessante sia la materia, resta da capire l’utilità dell’inserimento di un nuovo corso a Hogwarts, visto il già fitto orario di un ragazzo del quinto anno e vista la possibilità di base di studiare Teoria mediante le discipline già proposte dal parco materie canonico.

A tal proposito, sfogliando gli appunti di J.K. Rowling in persona, scritti in fase di stesura del primo volume, Teoria della Magia non rientra tra i corsi concepiti nemmeno come bozza (Harry Potter: a History of Magic, British Library, pagg, 124 e 125) ma appare tra le materie assegnate ai ragazzi del primo anno nel film de La Pietra Filosofale, come è possibile vedere nell’orario delle materie scolastiche (Harry Potter: Page to Screen – The Complete Filmmaking Journey, pag. 27).

Gli appunti della Rowling che sono stati pubblicati sono limitati, questo è vero, ma mai è stata menzionata nei sette libri Teoria della Magia come materia ad Hogwarts. Sembra infatti come se nel videogioco abbiano mescolato alcuni concetti e ne abbiano aggiunti altri al fine di arricchire la storia con elementi sì familiari, ma che stonano un po’ con quanto appreso negli anni di studio e lettura dell’opera Potter, sfruttando l’inevitabile fattore sorpresa senza però fare i conti con le aspettative dei fruitori più appassionati, pronti a lucidar la punta alle Bacchette.

 

GLI INCANTESIMI

Menzione a parte per la questione incantesimi nel videogioco. Alcune “magie” hanno alzato diverse domande all’interno del fandom, e sono l’Incantesimo Levioso e le tre Maledizioni Senza Perdono.
Se il primo sembra un grossolano errore (ma non era Wingardium Leviosa?), l’utilizzo delle maledizioni illegali sembra eccitare alcuni quanto preoccupare gli altri.

Levioso è un incantesimo presente nel canon, sebbene mai menzionato nei libri. Come mostrato dalle immagini (ennesima cortesia di The Rowling Library) l’incantesimo viene introdotto nel primissimo sito ufficiale di Harry Potter, un sito interattivo e ricco di curiosità. Levioso serve a far levitare gli oggetti (probabilmente un antenato o una versione preliminare di Wingardium Leviosa) ed è uno degli incantesimi più antichi del patrimonio magico inglese.

Per quanto concerne l’impiego delle tre meledizioni imperdonabili, come ci viene detto dagli sviluppatori del gioco, l’uso di esse in combattimento può far sì che le persone attorno a voi reagiscano di conseguenza. Sebbene cento anni prima della storia madre, sebbene ancora distanti dalle vicende di Grindelwald e di Voldemort, le Maledizioni Senza Perdono sono comunque le magie oscure per eccellenza, nonché maledizioni rese illegali dal Ministero già dal 1717 (Le Fiabe di Beda il Bardo – Nota #6 al Commento di Albus Silente su Baba Raba e il Ceppo Ghignante).

In conclusione: Hogwarts Legacy sembra essere un’opera videoludica incredibile, sebbene forse non canonica. Certo, fino a ulteriore conferma o smentita di J.K. Rowling le nostre sono tutte speculazioni, ma non è questo il bello?

Non è così che ci si sentiva quindici anni fa in quei giorni che anticipavano l’uscita di un nuovo libro?
Nonostante le apparenti mancanze in termini di coerenza con la storia madre, questa è già da ora una delle migliori opere derivate da Harry Potter mai concepite, e sarà per noi tutti complicato staccarsi dalla console (o dal PC) e tornare alla vita normale.

Una vita fatta di doveri e di responsabilità, da cui non si può scappare se non con tanta ostinazione e volontà
Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli giocare fino all’inevitabile deperimento delle mie cornee.
Costretti dalla nostra passione a poltrone e postazioni da gaming, come moderni Vittorio Alfieri a libri e scrivania.

Hogwarts, legaci.