J.K. Rowling Life After Harry Potter

Numerosi eventi erano attesi in questi giorni per l’uscita di The Casual Vacancy. Uno di questi era lo specialeJ.K. Rowling: Life After Harry Potter, in onda sul canale australiano ABC1. All’autrice viene chiesto cosa ha provato dopo la conclusione della saga che l’ha tenuta impegnata per 17 anni e se c’è anche una minima possibilità che torni a scrivere sul mondo di Harry Potter. Cliccate su Leggi Tutto.

La prima parte dell’intervista approfondisce lo stato d’animo di J.K. Rowling dopo aver terminato Harry Potter e i Doni della Morte e il significato che ha avuto per lei l’intera saga:

Ogni scrittore che finisce un libro sa cosa intendo quando dico che è come vivere una vita parallela e all’improvviso si chiude questa porta. Per me è durata 17 anni. Stavo lavorando a Harry Potter la notte in cui mia madre è morta. Rappresentava un legame con un periodo molto diverso della mia vita e c’è sempre stato per me come via di fuga dagli anni più turbolenti della mia esistenza. [Quando ho finito l’ultimo libro] ero seduta in un hotel a bere champagne, ricordando il momento in cui avevo terminato di scrivere il primo libro in un appartamento con vecchi mobili che mi erano stati dati e completamente al verde. […] Sì, è stato incredibilmente commovente.

Il primo libro mi ha permesso di restare sana di mente, non ero in una buona situazione quando lo stavo scrivendo, ho parlato pubblicamente del fatto che fossi depressa. Il libro mi ha sollevata, mi ha fatto rialzare, mi ha dato qualcosa da fare per occupare le mie serate. È stato salutare, mi ha dato uno scopo.

A proposito di The Casual Vacancy e del fatto che spesso sembra celarsi dietro le pagine una scrittrice arrabbiata, ha risposto:

Ci sono cose che mi fanno arrabbiare, sì.
Parliamo dei “poveri” come una massa di persone senza volto, questo è il modo in cui vengono ritratti dai politici, dai media, non tutti chiaramente, ma dalla maggior parte. Io ero una di queste persone, so come ci si sente a essere trattati così […] Si perde la propria individualità.

Ecco come descrive il suo rapporto con la scrittura e i lettori:

Come scrittrice, credo che il fine ultimo sia avere un dialogo con i lettori. Quindi puoi anche prenderti in giro e raccontarti che stai scrivendo unicamente per te stesso, ma non sono sicura sia veramente così. Penso che la maggior parte degli autori scrivano per essere letti e che parte del piacere della scrittura derivi dal poter avere un confronto con i lettori. E lo dico perché ciò che amo di più è avere un dialogo con i lettori. Amo questo aspetto della pubblicazione.

Infine, la domanda a cui tutti i fan di Harry Potter attendono una risposta:

In questi cinque anni, dall’ultimo Harry Potter, ti sono state date molte possibilità di dire ‘Questo è l’ultimo’, ma hai tenuto sempre la porta socchiusa. Improbabile, ma non impossibile. Ora che ti stai affermando come scrittrice per adulti… hai chiuso definitivamente quella porta?
No, non la chiuderò mai completamente.
Penso sia improbabile che ci sia un ottavo libro con protagonista Harry. Credo di aver concluso con questa storia, ma non escludo la possibilità di trattare una parte di questo mondo. È improbabile, ma se avessi un’idea geniale lo farei. Non sarei per nulla dispiaciuta.

Potete vedere tutta l’intervista qui sotto:

Verysnape