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Animali Fantastici: I segreti di Silente, la recensione (senza spoiler)

Anche se commettiamo errori, possiamo sempre tentare di riparare.”
Newt Scamander, Animali Fantastici – I Segreti di Silente

Sono passati ormai quattro anni da quando il secondo capitolo di Animali Fantastici, I Crimini di Grindelwald, è uscito nelle sale spaccando a metà pubblico e critica. I Segreti di Silente porta quindi sulle spalle il peso di un’eredità di difficile gestione e la responsabilità di correggere il tiro in corsa, nel tentativo di riportare a sé una enorme fetta di pubblico ormai disillusa e disincantata. La vera magia è che questo film ha tutte le carte in regola per riuscirci, pur non essendo un film perfetto.

Animali Fantastici – I Segreti di Silente è quindi un nobile compromesso tra un complesso mondo che trae radici da un universo di carta e inchiostro e la necessità di raccontare una storia nel modo più semplice e diretto possibile: quello che otteniamo è perciò un film in grado di riconquistare sia il fruitore medio che il fan più incallito.

IL RISPETTO PER IL CANONE

Non è forse questo l’argomento che ci si aspetta da una recensione, eppure è ciò i lettori si aspettano da una testata come Portus, da sempre al servizio dell’informazione Potteriana.

È ormai di uso costante sentenziare con scialbe parole come “retcon” o bollare il franchise come un tradimento all’opera madre del Wizarding World, spesso e volentieri dimenticando come la storia sia effettivamente ancora in corso d’opera e che proprio l’autrice J.K. Rowling ci ha da sempre abituati a magistrali plot twist e repentini cambi di direzione all’ultimo secondo.

Questo nuovo capitolo cinematografico non solo non tradisce il canone, ma trova soluzioni del tutto plausibili e interessanti a problemi e interrogativi sollevati soprattutto in I Crimini di Grindelwald.

Quella che a volte si avverte è la mancanza di un solido testo di base a supporto della trasposizione cinematografica: in alcuni momenti ci ritroviamo ad avere a che fare con nuove regole del Mondo Magico o con artefatti che fin troppo bene abbiamo imparato a conoscere, la cui funzione è però estesa rispetto a quella vista nei libri della saga di Harry Potter, ma senza che ci venga fornita un’effettiva spiegazione.

Ciò comunque non infastidisce ma altresì incuriosisce chi ha un’estrema conoscenza delle regole dell’universo Potteriano, che può interpretare alcune situazioni leggendo tra le righe.

 

IL PESO DI ESSERE UN SILENTE

 

Il titolo non mente, questo è un film dedicato ad Albus Silente. E mai come in questo episodio vediamo sul grande schermo un Silente degno del suo nome: sornione, affabulatore, meticoloso calcolatore, eppure un uomo solo, tormentato dai rimorsi e ferito da un amore tanto forte quanto per lui pericoloso.

Si avverte tutta la solitudine del personaggio, di un essere umano il cui destino è già tracciato, di colui che nel pieno della consapevolezza sa che non avrà mai riposo dai suoi tormenti né sollievo da una vita votata al “bene superiore”.

Eccezionale Jude Law nel ruolo, coadiuvato da una scrittura del personaggio che rasenta la perfezione.

La chimica tra lui e Richard Coyle – interprete di suo fratello Aberforth – è qualcosa di totalmente inaspettato: le loro scene sono quelle che valgono il prezzo del biglietto, donando ulteriore profondità a una storia già parzialmente raccontata nei libri e la cui importanza sarà palesemente cruciale per il futuro di Animali Fantastici.

 

IL NUOVO GRINDELWALD

Mads Mikkelsen è un attore formidabile e non fa rimpiangere il carisma di Depp nemmeno in mezza scena. Il suo è un Grindelwald freddo e spietato, seppure a tratti paterno e sorprendentemente umano.
Mikkelsen, più di Depp, riesce a dipingere un villain dalle molteplici sfumature, un kaleidoscopio di emozioni in cui è a volte fin troppo facile immedesimarsi.

A differenza di Voldemort, Gellert Grindelwald ha uno scopo in un certo qual modo nobile, seppur sempre corrotto e insozzato da idee di supremazia e fanatismo.

Il rapporto tra Gellert e Albus, tra Mikkelsen e Law, è un gioiello: tra i due attori c’è una sintonia tanto forte da riuscire a esprimere appieno il loro rapporto fatto di rinunce, tradimenti, vecchie promesse e finalmente tensioni sessuali.

 

LE CREATURE

Se ne I Crimini di Grindelwald gli animali fantastici sono stati schiacciati da una trama troppo folta e probabilmente confusa, in questo film rubano la scena e diventano i veri e propri comic relief della pellicola.

In un ambiente storico-sociale come quello del Wizarding World degli anni ’30 sono poche le occasioni per ridere, e quasi tutte sono affidate allo Snaso Teddy e all’Asticello Pickett.

Sempre una creatura magica sarà la new entry chiave di questo capitolo, ma vi invitiamo a scoprirne di più al cinema: non è un caso se sia stata completamente omessa dai trailer e dal materiale promozionale.

Per concludere, Animali Fantastici – I Segreti di Silente è il nostro graditissimo ritorno nel Wizarding World, mondo di cui sentivamo la mancanza e che faticheremo ad abbandonare una volta usciti dalla sala.

Avvincente, emozionante, commovente e risolutore, questo è il film della speranza. La speranza di poter ambire a un mondo migliore, pur se apparentemente sconfitti, soli o reietti. Per il bene superiore.